Chi conosce Amato sa che la sua formazione non è di tipo accademico.
Il suo percorso parte infatti dalla lavorazione del metallo,
elemento che conosce bene per professione.
L’intuizione di Amato è stata quella di applicare la tecnica
appresa nella vita lavorativa di tutti i giorni alla scultura
nel tentativo di interpretare l’essenza figurativa suggerita
dalla pietra stessa e di dare sfogo a un istinto
fenomenologico incontrollabile e impulsivo
che nasce dalla sua persona, si inserisce
nello strumento estensione della mano
e si esprime verso l’esterno.
I dischi leviganti delle grandi macchine utilizzate per la lucidatura
dell’acciaio, capaci di plasmare un materiale così grezzo
e di renderlo così perfetto, hanno stimolato una forte volontà
di reinterpretare il processo produttivo in chiave creativa:
da un ambito di ripetitività, l’attività apparentemente
meccanizzata viene trasportata verso un’originale
dimensione estetica creata attraverso
una sfida tra l’uomo, la macchina e il materiale
grezzo raccolto nel corso di viaggi ed escursioni.
I soggetti delle sue opere non sono studiati a tavolino
a partire da un blocco di materia informe,
ma seguono il sottile disegno creato dalla natura sulla pietra
che solo un occhio attento e molto sensibile sa interpretare:
le pietre raccolte hanno una loro identità nascosta
che solo l’artista attraverso il suo lavoro riesce a svelare.
Nella semplicità dei gesti attraverso i quali crea le sue opere,
risiede il valore di questo scultore
che non segue il modello dei grandi maestri,
ma esprime una sensibilità che, con una grande spontaneità,
lo porta a plasmare e manipolare la pietra proprio con gli stessi strumenti
con cui lavora nella quotidianità.
In questo senso Amato è un artista puro, "senza pentimenti",
di quelli che non rincorrono un errore
perché hanno un codice prefissato da seguire.
Le sue opere sono il risultato di una fusione
tra l’abilità manuale e il contatto con la macchina
in un’arte vissuta come liberazione
che, senza l’uso delle attrezzature classiche del mestiere scultoreo,
segue un singolare processo creativo dove corpi e forme
di una straordinaria levigatezza si compongono e decompongono seguendo
la sensibilità in un’autentica meta-simbiosi.
F.F.